Scritto da 12:37 pm Cronaca, Palermo, Top News

Mafia, gestiva la cassa del clan di Messina Denaro: arrestato un avvocato massone

Palermo ( martedì, 29 aprile 2025) – ndagine della Dda, nel mirino è finito Antonio Messina, 79 anni. Il professionista avrebbe garantito al padrino il sostentamento economico durante la sua latitanza.

di Marika Ballarò

Alle prime ore dell’alba di oggi i carabinieri del Ros hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Palermo a carico di Antonio Messina, 79 anni, conosciuto come “L’Avvocato”, “indagato e ritenuto partecipe a Cosa nostra”. L’uomo, in particolare, è accusato di aver gestito i proventi delle attività economiche della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, “garantendo a Matteo Messina Denaro il sostentamento economico durante la sua latitanza”. Inoltre avrebbe mantenuto “rapporti con associati mafiosi di diverse articolazioni territoriali della provincia di Trapani, finalizzati all’acquisizione di attività economiche”.

Antonio Messina era un massone “in sonno”, già latitante e condannato per concorso esterno a Cosa nostra e narcotraffico, era stato indicato nella corrispondenza tra Matteo Messina Denaro e Laura Bonafede, con lo pseudonimo “Solimano”, i quali in passaggi “ad altissima densità mafiosa” gli riservavano aspre critiche, come spiegano i Ros. Grazie alle attività condotte nell’ambito della indagine denominata “Driss” emergevano, ad avviso del Gip, “gravi indizi di colpevolezza”.

In particolare in relazione “alla rituale affiliazione dello stesso Messina che, per sua stessa ammissione, sarebbe stata promossa da Leoluca Bagarella presso Matteo Messina Denaro”. “Bagarella – dicono gli inquirenti – ne avrebbe altresì caldeggiato una collocazione in seno a cosa nostra adeguata alle sue capacità”. Inoltre è accusato di avere “intessuto contatti con personaggi criminali di diverse aree, finalizzati a concludere lucrosissime operazioni imprenditoriali (ad esempio la gestione dei proventi dell’oleificio “Fontane d’Oro Sas 1”, smaltimento di rifiuti urbani in Brasile, attività edili collegate al “superbonus 110%”, acquisto di strutture immobiliari all’asta o sottoposte a confisca, commercializzazione di carburanti).

L’indagato è stato sottoposto agli arresti domiciliari con “braccialetto elettronico”. Sono attualmente in corso perquisizioni nelle province di Trapani e Bologna. “Si evidenzia, infine, che in attesa di giudizio definitivo, trova applicazione, per l’indagato, il principio della presunzione di innocenza”, dicono i Carabinieri.

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Last modified: Aprile 29, 2025
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