Palermo (domenica, 15 giugno 2025) – Tra fondi persi e occasioni mancate in città: quella degli asili nido è una voragine che oltraggia i diritti di tutti, com’è la situazione dal centro alla periferia.
di Marika Ballarò
A Palermo gli asili nido non sono per tutti e i numeri parlano chiaro.
Sono registrate 25 strutture nel sito del Comune di Palermo e nessuno di loro supera i 30 posti, un dato che preoccupa la città, soprattutto chi ha una famiglia e si trova in difficoltà o chi spera di averla in futuro.
«Palermo è stata inserita tra le città con gravi carenze di asili nido – racconta a Balarm la consigliera comunale Giulia Argiroffi -.
Aveva la possibilità entro fine aprile di chiedere finanziamenti per 7.2 milioni di euro per ristrutturare edifici, sistemare e costruire asili nido per garantire almeno 300 posti.
Palermo è la quinta in graduatoria (tra le città con gravi carenze, ndr) e soddisfa meno del 30% dell’esigenza, motivo per l’intervento è più che necessario. Nel bando c’era un margine di tolleranza del 20%, quindi anche 240 posti andavano bene.
Ho fatto un’interrogazione e, durante questa, ho appreso che Palermo non aveva partecipato al bando rinunciando così a un’occasione preziosissima.
Dopo queste ricerche hanno trovato due immobili che potevano soddisfare i requisiti come potenziali asili nido, anche se tra questi c’è l’obbligo di proprietà del Comune.
Tra questi – precisa Giulia Argiroffi – c’era una struttura abbandonata che si trova poco dopo lo “Stand Florio” in via Messina Marine di cui si parla dal 2021, ma è di proprietà demaniale.
Basterebbe una convenzione, ma c’è stata una rinuncia da parte del Comune. Ad oggi non c’è stato nessun risvolto».
Quella degli asili nido a Palermo è una mancanza che oltraggia i diritti di tutti perché non dà l’opportunità alle famiglie e alle donne di vivere serenamente, ma anche ai bambini che vengono privati di un servizio a dir poco essenziale in un momento delicatissimo della loro vita.
Secondo il decreto sul piano di interventi per gli asili nido, i dati sono disastrosi e occorre fornire un’offerta adeguata creando minimo nuovi posti.
Inoltre si afferma che «possono partecipare alla procedura per la manifestazione di interesse anche gli enti locali con una popolazione residente nella fascia 0-2 anni inferiore a 45 bambini».
La città comunque avverte questa mancanza come una voragine. Gli anni scorrono, le generazioni crescono e la tutela dell’infanzia è sempre più minacciata.
Questa fase è cruciale per lo sviluppo del bambino e non soltanto da un punto di vista didattico, ma umano.
«Palermo è lontanissima dal raggiungimento dei target – ci racconta Lucia Bonaffino, già responsabile scuola del Partito Democratico federazione di Palermo -.
Bisogna investire sul segmento “0-6 anni” e garantire la scolarizzazione precoce perché incide sul loro futuro didattico.
Tutte le rilevazioni parlano di successo scolastico per chi affronta questo percorso sin da subito.
Istruire una bimba molto piccola significa garantirle immediatamente percorsi educativi, ma significa anche aiutarla a sviluppare la socialità, a nutrirsi con un pasto adeguato, sempre per migliorare la qualità della vita dei minori».
Una scolarizzazione precoce consente soprattutto di diagnosticare ritardi e disturbi dell’apprendimento e quindi se si riesce a intervenire subito, si dà ai bambini il futuro che meritano».
Last modified: Giugno 15, 2025