Palermo (martedì, 6 maggio 2025) – E’ scomparsa improvvisamente nelle scorse ore all’età di 64 anni. Emma Dante: “Ho avuto il grande privilegio di starle accanto in un pezzo del nostro cammino e ho sentito il rumore delle sue ossa spezzate, ho sentito il suo dolore, la sua risata diabolica e dolcissima, il suo talento straordinario, la sua immensa ironia”.
di Marika Ballarò
“Siamo increduli e profondamente addolorati per l’improvvisa scomparsa di Serena Barone”. Così il Teatro Biondo ha annunciato la scomparsa dell’attrice palermitana, scomparsa nelle scorse ore all’età di 64 anni. Il suo nome è legato al Teatès di Michele Perriera. Aveva anche dato voce e corpo al personaggio di Mariannina nel suo ultimo film “La Bocca dell’Anima”. “Talentuosa interprete di numerose produzioni del Teatro Biondo, Serena si è sempre distinta per la sua sensibilità, professionalità e gentilezza. Siamo vicini alla famiglia, agli amici e alla comunità teatrale tutta”, scrivono dal Biondo. Una morte improvvisa, quella di Serena Biondo.
Numerosi i messaggi di cordoglio sui social. L’attore palermitano Paride Benassai ha postato una foto della collega e ha scritto: “Guardo questa tua immagine e non riesco ad andare avanti con le parole… allora taccio, chiudo gli occhi e… ricordo tutto, una parte, di quel teatro interpretato da te e…talvolta condiviso…”.
Emma Dante scrive: “Per Artaud, il corpo dell’attore non è semplicemente uno strumento per interpretare un personaggio, ma un luogo di manifestazione della verità e della sofferenza umana, il cui scricchiolìo delle ossa rivela l’essenza più intima e dolorosa che sta in ognuno di noi. Questo è stata Serena Barone, un’attrice capace di provocare la catarsi, la purificazione, sia a teatro che al cinema. Ho avuto il grande privilegio di starle accanto in un pezzo del nostro cammino e ho sentito il rumore delle sue ossa spezzate, ho sentito il suo dolore, la sua risata diabolica e dolcissima, il suo talento straordinario, la sua immensa ironia, la sua capacità di pronunciare parole che in bocca sua sembravano nuove, sconosciute. Non dimenticherò mai il boato di 1500 persone che battevano mani e piedi al teatro greco di Siracusa, quando lei, piccola, nei panni del suo Anfitrione, spingeva le ruote della sua carrozzina verso la cavea. Nella mia versione di Eracle, Serena interpretava Anfitrione sulla sedia a rotelle perchè durante le prove si era rotta la caviglia, e decidemmo che lo stesso avrebbe incarnato quel personaggio. Di quell’handicap lei si servì per cercare l’anima di un vecchio padre addolorato. e la trovò. Come trovò l’anima di Lia, la sorella Macaluso più pazzarella, che a teatro e al cinema fece vedere i sorci verdi a tutte e a tutti. Era unica, estrema, irripetibile, insostituibile. In una delle scene più potenti del film, ricordo le riprese del litigio tra lei e la sorella più grande, interpretata da Donatella Finocchiaro, dove nell’ultimo take si ruppe il polso. la ingessarono l’indomani ma non disse niente. Quando lei recitava faceva sul serio e le sue ossa scricchiolavano davvero”.
Last modified: Maggio 6, 2025

