Palermo ( lunedì, 4 agosto 2025) – I magistrati con una nota fanno il punto sulle indagini, fornendo una versione piuttosto diversa da quella circolata finora ed escludendo depistaggi e omertà diffusa. Fissata per giovedì l’autopsia che chiarirà le cause del decesso. Le ipotesi privilegiate sono il malore o l’incidente. Al vaglio degli inquirenti anche il cellulare della ragazza di 20 anni.
di Marika Ballarò
Sarà eseguita giovedì l’autopsia sul corpo di Simona Cinà, la pallavolista ventenne trovata morta nella piscina di una villa, a Bagheria, dov’era in corso una festa. La Procura di Termini, che ha inviato una nota stampa per smentire alcune delle ricostruzioni fatte – sulla scorta delle dichiarazioni della famiglia e del suo legale – e riportate dai giornali, ha conferito questa mattina l’incarico ai consulenti che effettueranno, all’Istituto di medicina legale del Policlinico, tutti gli esami che serviranno a chiarire le cause del decesso della ragazza. Domani, invece, sarà eseguita preliminarmente una Tac.
“In attesa del prossimo svolgimento dell’esame autoptico, questo Ufficio – si legge nella nota della Procura – auspica che non vengano più diffuse informazioni non veritiere in relazione al decesso di una giovane donna, così da poter rivolgere energie e risorse esclusivamente ad assicurare alla famiglia l’accertamento dell’esatta dinamica dei fatti accaduti nelle prime ore del 2 agosto 2025”.
I magistrati hanno aperto un’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti. Altre risposte potranno arrivare dall’analisi degli indumenti della giovane (che non sono spariti), ma che, insieme al cellulare e ad altri pochi effetti personali, sono stati sequestrati dai carabinieri già all’alba di sabato scorso per essere consegnati al Ris di Messina. Per il momento non viene tralasciata alcuna pista, anche se quelle privilegiate restano quella del malore o del tragico incidente visto che sul corpo della vittima non sarebbero state individuate tracce che lascerebbero pensare a una morte violenta.
Secondo quanto ricostruito finora dalla Procura – che oggi ha deciso di intervenire per fare una serie di precisazioni rispetto ad alcune affermazioni fatte dall’avvocato della famiglia Cinà, Gabriele Giambrone – la ragazza “intorno alle 4 si trovava esanime sul fondo della piscina, in un angolo distante e dotato di scarsa illuminazione rispetto alla zona ove erano collocati bar, consolle musicale e servizi igienici”. Due ragazzi tra i presenti, vedendo Simona in acqua, si sarebbero tuffati per recuperare il corpo e provare le prime manovre in attesa dell’intervento dei soccorritori. Poco dopo sarebbero arrivati i carabinieri della Compagnia di Bagheria e del Nucleo investigativo di Monreale che, insieme al magistrato di turno, avrebbero effettuato i primi accertamenti e preso contatti con il medico legale per ispezionare il cadavere su cui sarebbero state individuate delle lievi abrasioni, all’altezza del petto. Segni che, a una prima analisi, potrebbero essere stati lasciati post mortem e compatibili con le manovre rianimatorie.
Last modified: Agosto 4, 2025

