Palermo ( venerdì, 3 ottobre 2025)– La Cassazione ha confermato il no alla libertà condizionale per Ignazio Pullarà, 79 anni, storico capomafia della cosca di Santa Maria di Gesù, figura chiave durante la seconda guerra di mafia e vicino ai Corleonesi. L’uomo, detenuto da 35 anni con una condanna all’ergastolo per reati di mafia, omicidio, traffico di droga e possesso illegale di armi, aveva avanzato la richiesta per poter scontare il resto della pena a Palermo, in regime di libertà vigilata.
di Marika Ballarò
Già nel dicembre 2024, il tribunale di Sorveglianza di Torino aveva rigettato la sua istanza. Ora anche la prima sezione penale della Suprema Corte, presieduta dal giudice Vincenzo Siani, ha respinto il ricorso, obbligando Pullarà al pagamento delle spese processuali.
Secondo i giudici, nonostante il lungo periodo di detenzione, il boss non ha mai mostrato segni concreti di pentimentoné intrapreso alcun percorso per risarcire le vittime dei suoi crimini. In aggiunta, durante i permessi premio concessi nel 2021 e nel 2024, avrebbe violato le prescrizioni, incontrando anche esponenti mafiosi come Salvatore Giuseppe Marsalone, figura legata alla stessa famiglia di Santa Maria di Gesù.
Sebbene la legge consenta anche ai condannati all’ergastolo di accedere alla libertà condizionale dopo almeno 26 anni di carcere, per ottenerla è necessario dimostrare un reale ravvedimento, che nel caso di Pullarà è stato ritenuto assente. La sua difesa ha sostenuto che, con un reddito annuo di circa 9.500 euro, non avrebbe comunque potuto risarcire le vittime, ma per i giudici ciò non giustifica la totale assenza di iniziative risarcitorie.
Pullarà era salito alla ribalta negli anni Ottanta per il suo ruolo centrale nella faida che portò al dominio dei Corleonesi su Cosa nostra. Secondo il collaboratore di giustizia Totuccio Contorno, sarebbe stato inserito da Totò Riina all’interno della cosca guidata da Stefano Bontate, salvo poi tradire quest’ultimo e favorire l’ascesa del clan di Corleone.
Il rigetto della sua istanza conferma la linea dura della giustizia nei confronti dei boss irriducibili che, pur dopo decenni in carcere, non prendono le distanze da Cosa nostra e non mostrano segni di vera riabilitazione.
Last modified: Ottobre 4, 2025

