Scritto da 10:46 am Cronaca, Palermo, Top News

Omicidio di Paolo Taormina, ancora silenzi e depistaggi: indagato un altro giovane

Palermo ( martedì, 21 ottobre 2025)– È il ragazzo che avrebbe aggredito un cliente davanti al pub dell’Olivella poco prima del delitto. Nella sua casa allo Zen erano state trovate le collane di Gaetano Maranzano, l’uomo che ha confessato di aver sparato.

di Marika Ballarò

Prosegue l’inchiesta sull’omicidio di Paolo Taormina, ma attorno al caso continua a regnare un clima di bugie e omertà. Nonostante la presenza di telecamere e le dichiarazioni raccolte, gli investigatori si trovano ancora di fronte a reticenze e contraddizioni. Già quattro testimoni sono indagati per false dichiarazioni al pubblico ministero, e ora un nuovo nome si aggiunge alla lista di chi, secondo gli inquirenti, starebbe ostacolando la ricostruzione della verità.

L’ultimo indagato è un giovane residente allo Zen, lo stesso quartiere in cui, durante una perquisizione, sono state rinvenute collane in finto oro – con ciondoli raffiguranti pistole e altri simboli – appartenenti a Gaetano Maranzano, l’uomo che ha confessato di aver ucciso Taormina con un colpo alla nuca.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il ragazzo avrebbe anche schiaffeggiato un cliente davanti al pub gestito dalla famiglia della vittima, pochi istanti prima del delitto. Sarebbe stato proprio quell’episodio a spingere Paolo Taormina, 21 anni, a uscire per sedare la lite, trovandosi invece davanti al suo assassino.

Gli investigatori non escludono, tuttavia, che quella rissa possa essere stata una messinscena, messa in atto per attirare Taormina fuori dal locale e tendergli un agguato. Un’ipotesi che, se confermata, rafforzerebbe la pista della premeditazione, mentre Maranzano continua a sostenere che il colpo sia partito al culmine di un banale diverbio, versione non supportata dalle immagini delle telecamere di sorveglianza.

Resta poi il nodo dell’arma del delitto: il 26enne ha consegnato agli investigatori una pistola calibro 9, ma se il proiettile recuperato dal cranio della vittima non dovesse coincidere, si aprirebbe lo scenario dell’uso di un’arma diversa, ipotesi su cui la Procura sta lavorando fin dall’inizio.

Intanto, i carabinieri hanno rintracciato e ascoltato il cliente aggredito prima dell’omicidio. Le sue dichiarazioni potrebbero essere decisive per chiarire la dinamica e i ruoli dei presenti, ma resta da capire se avrà il coraggio di raccontare tutto ciò che sa.

Condividi la notizia:
Last modified: Ottobre 23, 2025
Close